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Una scuola autonoma e responsabile per rilanciare lo sviluppo del paese

di Antonio Cocozza (*)

Nell’attuale situazione in cui si trova la scuola italiana ritengo sia necessario adottare una strategia, il più possibile condivisa dall’insieme degli attori coinvolti nel nuovo quadro istituzionale, finalizzata a perseguire un obiettivo strategico e prioritario: il rilancio del sistema educativo in una prospettiva di piena e corretta applicazione dell’autonomia scolastica.
Non si tratta di elaborare ennesime prodigiose riforme, ma di dare attuazione a norme già esistenti, secondo i principi di “opportunità” e “adeguatezza”, e conseguire alcuni significativi risultati, frutto di analisi e proposte ragionevoli elaborate con il concorso responsabile di tutte le componenti della comunità scolastica.
In questa prospettiva, l’autonomia potrebbe essere considerata la “strada maestra” attraverso la quale poter costruire una scuola al passo con i tempi, più efficace, ma anche più efficiente e maggiormente orientata ai bisogni degli studenti e alle attese delle famiglie e degli stakeholders presenti sul territorio.
Come ha ricordato recentemente il Ministro Profumo, è necessario dar vita ad una nuova cultura orientata ai principi dell’autonomia responsabile e dell’accountability, dove la comunità scolastica nel suo insieme risponde in modo trasparente dei risultati conseguiti.
Del resto, come dimostrano le indagini Ocse degli ultimi anni, i Paesi che conseguono i migliori risultati educativi hanno sistemi scolastici basati proprio su questi principi ispiratori e puntano ad un responsabile coinvolgimento di tutti gli attori. Tali indagini evidenziano alcuni fenomeni tipici del nostro sistema scolastico, sui quali sarebbe necessario attivare un’accurata riflessione: necessità di ottimizzare la spesa complessiva per l’istruzione; estensione e consolidamento dell’autonomia conferita alle istituzioni scolastiche; revisione di obiettivi, programmi, tempi e metodologie didattiche, in funzione del miglioramento dei risultati degli apprendimenti rilevati dalla ricerca Ocse Pisa; remunerare meglio e valorizzare il lavoro degli insegnanti, introduzione di sistemi di incentivazione dei comportamenti virtuosi; ridurre drasticamente la percentuale di dispersione scolastica.
In questo quadro così composito, allo scopo di rilanciare il dibattito teso a perseguire un’effettiva modernizzazione del sistema educativo italiano, ritengo sia necessario proporre cinque azioni strategiche verso le quali orientare gli sforzi e le risorse disponibili:
a) rielaborare un nuovo Testo Unico della Legislazione scolastica, che metta ordine e chiarezza tra le varie norme introdotte in questi ultimi anni, in modo tale da poter regolare sovrapposizione e prescrizioni contraddittorie su varie materie, e aggiornare le norme che regolano il funzionamento degli Organi collegiali interni e territoriali;
b) trasferire al livello regionale le politiche di allocazione e gestione del personale e conferire un ruolo gestionale di servizi comuni e di raccordo istituzionale alle reti di scuole;
c) costituire un organico d’istituto, funzionale alla progettazione e gestione del ciclo scolastico;
d) costituire un sistema di valutazione di sistema, che analizzi i diversi livelli di performance, dagli apprendimenti degli studenti, a quelli dei docenti, fino ai risultati del dirigente scolastico e dell’istituto, formalmente e sostanzialmente autonomo e indipendente dal Miur;
e) dare vita a progetti speciali mirati al contrasto alla dispersione scolastica, alla formazione dei docenti e alla diffusione delle nuove tecnologie.
In definitiva, si tratta di accettare una sfida, per certi versi ambiziosa, che rappresenta al contempo anche una insostituibile potenzialità per il miglioramento della performance complessiva del nostro sistema educativo, che potrebbe essere basata sul rilancio di una nuova visione strategica di medio-lungo periodo e un’adeguata cultura progettuale. Una visione fondata sulla ricerca e l’innovazione, l’ampliamento delle competenze, la valorizzazione del merito, la formazione e il sostegno di comportamenti personali e istituzionali virtuosi ed eticamente responsabili, in un quadro di maggiore diffusione di fiducia e di capitale sociale, quali elementi indispensabili per attivare in Italia una politica di crescita equa e duratura.

(*) Direttore Master “Processi Organizzativi e Direttivi nella Scuola dell’Autonomia” – Università degli Studi Roma Tre. Coordinatore dell’Osservatorio sulla scuola dell’autonomia della Luiss Guido Carli