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Social Media, uno strumento chiave anche durante il processo di assunzione

Con il tempo, i social media stanno diventando sempre più un aspetto essenziale della nostra vita, non solo privata ma anche professionale! Soprattutto in un periodo come quello vivendo al momento, quasi ogni aspetto della nostra routine quotidiana si sta digitalizzando. Questo succede anche per il processo di assunzione. In questo particolare scenario i social media diventano un’ulteriore vetrina su di te, le tue skills e caratteristiche personali e professionali.

Infatti, secondo un recente sondaggio, il 70% dei datori di lavoro utilizza i social media per selezionare i candidati durante il processo di assunzione e circa il 43% degli stessi utilizza i social media per controllare i dipendenti attuali. Inutile dire quindi che ciò che pubblichi sui social media potrebbe influenzare la tua vita professionale attuale e futura.

“Perché un datore di lavoro dovrebbe voler controllare i miei social media?” Il motivo principale è che un’azienda ha bisogno di assicurarsi di assumere un candidato che sia adatto. Poiché gli account dei social media sono considerati “personali”, ci sono buone probabilità che visualizzando il profilo di qualcuno sia possibile dare un’occhiata alla sua personalità ed ottenere informazioni che vanno oltre quelle contenute in un semplice CV.

Una volta compresa l’importanza di un profilo “pulito”, è importante sapere quali social media (e post) utilizzare ed in che modo. In generale in qualità di “job seeker” (o attuale datore di lavoro), la cosa più intelligente da fare è presumere che i datori di lavoro controlleranno ogni piattaforma di social media. Tuttavia, per risparmiare tempo, è importante essere consapevoli delle principali piattaforme che i responsabili delle assunzioni sono più propensi a controllare:

  • Linkedin;
  • Facebook;
  • Twitter;
  • Instagram;

La maggior parte dei datori di lavoro vede LinkedIn come un curriculum secondario, mentre altri social media, visti come più personali, consentono di ottenere una migliore percezione della persona, la ricerca non avviene con il fine di spiarti o cercare informazioni dannose o negative non c’è quindi bisogno di preoccuparsi di cosa sia presente attualmente sui propri social media e se abbiano o meno un aspetto ordinato e lineare.

Ciò che conta è garantirsi una presenza costante sulle piattaforme sopra consigliate in quanto risulta che il 47% dei datori di lavoro afferma di non chiamare una persona per un colloquio se non riesce a trovarla online, o perché vorrebbe raccogliere maggiori informazioni prima di chiamare un candidato o perché ci si aspetta dai candidati di avere almeno una presenza online nel 2020.

Ora che sei un pò più cosciente sull’imporanza dei social media puoi iniziare a lavorare sulla creazione o miglioramento dei profili che già possiedi per renderli più “affidabili” ed “utili”.

Quali sono alcune “best pratices” o, meglio, cosa dovresti evitare?

  • Fotografie, video o informazioni provocatorie o inappropriate;
  • Post che mostrano l’uso (o l’abuso) di alcol o droghe;
  • Commenti discriminatori relativi a razza, sesso, religione;
  • Informazioni, post, commenti collegati a comportamenti criminali: 30%;
  • Pubblicare contenuti che dimostrano che hai mentito sulle tue qualifiche (e mentire sulle tue qualifiche per cominciare);
  • Mostrare scarse capacità di comunicazione (attenzione agli errori grammaticali, uso scorretto della lingua, ecc.);
  • Post o commenti inespressivi su precedenti società o colleghi;
  • Nomi poco professionali;
  • Condividete pubblicamente (o privatamente) informazioni riservate dei precendeti datori di lavoro;
  • Pubblicare falsi contenuti, specialmente se si tratta di esperienze lavorative pregresse;
  • Pubblicare troppo spesso;

Infine, tieni sempre presente che, come precedentemente detto, una pagina social ordinata è importante non solo a fini d’assunzione ma anche per mantenere alto il proprio livello di self branding. Infatti, il 48% dei datori di lavoro si trovano a tenere spesso d’occhio le pagine social dei propri dipendenti, il 34% ha riferito di essersi imbattuto spesso in contenuti che li hanno portati a rivedere le proprie idee.