L’avvento del Metaverso, il nuovo universo virtuale capace di travalicare la pura dimensione tridimensionale ed immersiva, sta rivoluzionando il mondo di internet.
È la nuova realtà iperconnessa che rappresenta la prossima rivoluzione tecnologica, in grado di coniugare le dimensioni formali ed informali con quelle individuali e sociali, perché aggiunge l’interazione nello spazio in una maniera prima impensabile, anche grazie a visori di realtà virtuale che creano una “realtà aumentata”.
Il concetto di metaverso, difficile da definire esattamente, è da sempre presente nell’immaginario collettivo. La sua struttura è spazio-temporale ed è composta dai dati e dalle informazioni che compongono il cyberspazio, l’universo creato e alimentato proprio dalle reti globali di comunicazione.
Il termine è stato utilizzato per la prima volta nel 1992 da Neal Stephenson, autore del romanzo di fantascienza Snow Crash, nel quale si narra di un mondo ibrido sospeso tra realtà fisica e realtà virtuale, appunto il metaverso – rete mondiale in fibra ottica – popolato da avatar in 3D.
Nel 2003 il fisico Philip Rosedale, fondatore della società statunitense Linden Lab, lanciò Second Life, un ambiente digitale al quale era possibile accedere mediante un computer, dove gli utenti, trasformati in un semplice avatar, interagivano al suo interno. Una sorta di piattaforma collettiva con un linguaggio comune che avrebbe portato alla nascita delle prime comunità virtuali proprie dei social network. Tra il 2006 e il 2007 Second Life aveva raggiunto un tale successo da spingere molte aziende, enti pubblici, istituzioni e politici alla corsa all’acquisto di spazi virtuali per creare un proprio presidio. Gli scambi economici di Second Life erano basati sui Linden Dollar, che l’azienda permetteva di comprare e vendere con dollari veri.
Nel 2021 Mark Zuckerberg ha attuato un rebranding della holding del gruppo che ha denominato Meta (che controlla le piattaforme Facebook, Whatsapp, Instagram e gli Ocolos). Nel 2022 anche Microsoft haannunciato che integrerà il Metaverse nella piattaforma Teams con una funzionalità chiamata Mash: gli utenti potranno creare un avatarcon cui partecipare alle riunioni di lavoro.
Per comprendere quale utilità si prospetta per questa tecnologia abbiamo voluto approfondire l’argomento con Giosué Prezioso, docente del Master in Arts and Culture Management della Rome Business School che ha affermato:
“Il metaverso nasce dalla contrazione di due termini: il prefisso greco meta indica qualcosa che è “Al di là o oltre” e il vocabolo verse – contrazione di uni-verse – indica “Universo”. Ci troviamo davanti ad uno strumento meravigliosamente poliedrico: una sorta di trasposizione del mondo in cui viviamo. Nei videogiochi il nostro avatarè fondamentalmente una traslazione di noi stessi, immerso nel contesto e nelle sfide che questo nuovo ambiente digitale lancia. Quindi il metaverso è a tutti gli effetti un mondo non molto diverso dal nostro, con beni e servizi, nel quale si interagisce e dove le azioni hanno luogo. Una implementazione in 3D dell’internet in modalità B2D, ovvero bidimensionale, al quale siamo abituati. Una seconda vita, certamente più immersiva e coinvolgente.”
Per poter avviare definitivamente un sistema sufficientemente ampio e interconnesso serviranno molti investimenti perché l’ideazione e la costruzione del metaverso non rappresenta soltanto un’impresa per così dire tecnologica ma, al contrario, una importante operazione di business.
Infatti, secondo Emergen Research, società di ricerche di mercato e di consulenza strategica, nel 2020 la dimensione del mercato globale del metaverso ha fatto registrare un giro di affari pari a di 47,69 miliardi di dollari che arriverebbe a raggiungere, nel 2028, 828,95 miliardi di dollari, registrando un tasso di crescita annuo delle entrate pari al 43,3%. Sono dunque in molti a considerare il metaverso la nuova era dell’economia digitale per le nuove e diversificate opportunità di business offerte alle aziende e ai consumatori.
“La risposta del mondo del business è molto positiva. Il fenomeno è in costante aumento. Secondo alcuni studi, entro il 2026, quasi il 25% della popolazione mondiale trascorrerà nel metaverso almeno di 1 ora al giorno.
Domanda ed offerta si intrecciano perfettamente: ad esempio l’azienda Spacial, che è una sorta di Zoom, proprio per il metaverso, è cresciuta solo a marzo del 1000%. Dal canto loro i consumatori leggono con interesse le possibilità espresse da questa nuova realtà virtuale e partecipano con grande entusiasmo. Per comprendere la reale portata e le sue diverse applicazioni voglio sottolineare che l’esercito Britannico sta effettuando una parte della sua formazione militare nelmetaverso”.
Le applicazioni possono essere infinite: l’interoperatività e l’interconnessione rivoluzioneranno gli attuali modelli di business.
Certamente il primo ad adattarsi a questa nuova realtà immersiva sarà l’e-commerce ad esempio con una diversa gestione del cliente nel campo della consumer experience, o attraverso nuove dinamiche per fidelizzare la clientela o acquisirne di altra. L’obiettivo è dunque coinvolgere sempre più i consumatori e la creazione di eventi o di momenti di acquisto è diventata centrale nelle strategie dei brand, soprattutto di quelli di fascia alta.
“Le opportunità di business sono sconfinate! Non c’è bisogno di essere in un luogo specifico, oserei dire fortunato come New York, Parigi o Madrid. Si possono avviare attività in luoghi meno prestigiosi, perché non è più l’area geografica che governa il business di qualsiasi genere esso sia. Non tutti possono permettersi di viaggiare e nel metaverso tutti hanno le stesse opportunità, indipendentemente da dove si provenga: sotto questo punto di vistal’elemento più innovativo è la democraticità del mezzo!”
Il metaverso rappresenta per il mondo degli artisti un nuovo modo e soprattutto una nuova opportunità di esprimere la propria creatività. Ne è stato l’esempio l’Arco della Pace di Milano che si è trasformato, primo monumento al mondo, in un’opera digitale immersiva. Molti sono i terreni di sperimentazione sui quali potranno operare gli artisti digitali coniugando l’arte alla storia, alla filosofia e alla tecnologia.
“Sono molte le aziende e le start-up che animano questo spazio virtuale con eventi, incontri, meetings. Proprio da noi alla Rome Business School diversi studenti sono stati esposti ad aziende 100% italiane che operano nel campo come3randUP che ha ideato occhiali VR che permettono di vedere ubiquamente cosa accade in altre parti del mondo, dunque, potenzialmente, un turista/ acquirente da Hong Kong può ammirare l’Italia da remoto o fare acquisti in una boutique esclusiva di Milano, tutto mediante la trasmissione simultanea ed ubiqua di questi occhiali. Ma penso anche alla Colderblock, un’azienda fondata in Sicilia e under 30, che organizza eventi, incontri professionali e meetings nel metaverso; al duo Hackatao, 100% italiani anche loro, nella top ten mondiale dei cripto artisti ed ancora a Forgetter che fornisce agli artisti una sorta di esperienza arte-terapeutica nel metaverso.
Sono fermamente convinto che l’arte nel metaverso non deputerà il declino di quella tradizionale, uscite di scena o una gerarchia – dove la prima verrà sempre meno rispetto alla seconda perché vi si è semplicemente abituati. Al contrario credo che la seconda sia solo complementare, un sistema altro, come lo era la fotografia nel tardo 800: demonizzata all’inizio e oggi invece padre quotidiano quasi imprescindibile per il sistema e la popolazione in generale”.
Il mondo della formazione, da sempre attento allo sviluppo delle nuove tecnologie e dedito alla ricerca, da tempo segue con attenzione lo sviluppo dei mondi virtuali. Se durante la pandemia l’e-learning ha permesso a milioni di studenti di continuare il loro percorso di apprendimento sta ora mostrando le proprie criticità. Il metaverso con la sua dimensione in qualche modo ludica e altamente immersiva può rappresentare una chiave di svolta grazie al suo alto potenziale di attrazione.
“Quando si proviene da una piccola città non sempre è facile avere accesso ad un grande contesto educativo: attraverso il metaverso questo può accadere e in una modalità più coinvolgente – si pensi a quegli studenti residenti in provincia che magari non possono permettersi di studiare fuori città o addirittura all’estero… Superando le interazioni 2D cui siamo abituati oggi in classe – con programmi come zoom, meet o blackboard, il metaverso non solo rende questo raggiungimento possibile, ma anche più coinvolgente, produttivo e diversificato, aiutando studenti e docenti a lavorare in una dimensione più dinamica delle ormai ridondanti DAD.
Alla Rome Business School, ad esempio la nostra offerta formativa prevede corsi specifici inerenti la rivoluzione del metaverso, dove abbiamo anche incluso esperienze di robotica, arte artificiale e dati per permettere di essere aggiornati in the real time su quello che sta succedendo nel mondo dell’e-learning e delle industrie culturali.”
L’idea della costruzione di un metaverso composto da innumerevoli universi paralleli implica necessariamente una riflessione sotto il punto di vista giuridico. Esso deve venir analizzato, esaminato per comprenderne il funzionamento e rilevarne le eventuali criticità.
Sarà infatti indispensabile creare una legge applicabile “universalmente” ai vari spazi multimediali che convivranno contemporaneamente, che possa comprendere le varie aree coinvolte come il trattamento dei dati personali, il regolamento dei rapporti contrattuali fino alla tutela dei consumatori per tutte le azioni non consoni che si potrebbero compiere.
“Abbiamo bisogno di una legislazione che possa garantire un’esperienza nel metaverso scevra da abusi, illegalità e misbehaviors, già accaduti e registrati dal 2016.È pertanto urgente definire come regolamentare dal punto di vista legale le azioni che vengono poste in essere in questa nuova realtà, per garantire un ambiente sicuro specialmente per i minori, che in questo mondo, rispetto a noi, ci nasceranno”
Giosuè J Prezioso è Professore e Ricercatore con esperienza professionale internazionale. Dopo gli studi in America, si specializza da Christie’s, la casa d’aste più importante al mondo, per poi proseguire con un dottorato e una specializzazione presso la Graduate School dell’università di Harvard. Da professore, Giosuè ha tenuto corsi presso prestigiosi istituti internazionali, fra cui l’Università americana di Firenze, l’Universidad Rey Juan Carlos di Madrid, la Camera dei Deputati e l’European School of Economics. È il primo docente in Italia ad aver importato la crypto arte in un contesto accademico, nonché fra i primi ricercatori ad aver pubblicato articoli, interviste televisive e di settore sul tema. È in pubblicazione un suo libro con la prestigiosa Cambridge Scholars Publishing, per cui, da autore, mette insieme alcuni dei protagonisti della scena art-tech contemporanea mondiale.