Le decisioni d’acquisto di tutti i giorni si basano essenzialmente su come un prodotto è proposto sul mercato. Un attraente messaggio pubblicitario, un simpatico slogan, una combinazione appropriata di colori, una specifica qualità del prodotto o una raccomandazione azzeccata incidono in modo determinante sulle vendite.
In considerazione di quanto sopra, perché anche in un’elezione non dovremmo scegliere un candidato sulla base della sua campagna di marketing? Tralasciando il fatto che una persona tende a identificarsi con l’insieme dei valori e delle convinzioni di un candidato o di un partito, i politici devono assicurarsi che il proprio messaggio sia indirizzato correttamente al pubblico target e questo si traduce in campagne di marketing politico organizzate e strutturate con la massima cura.
Il marketing politico si può definire come un insieme di azioni o iniziative intraprese da un candidato politico per proporsi ai potenziali elettori. Gli strumenti principali per conseguire questo obiettivo sono costituiti da messaggi ben strutturati, trasmessi allo scopo di conquistare il sostegno del pubblico.
La definizione e realizzazione di una campagna politica non si differenzia molto da una campagna di marketing aziendale: si utilizzano i media per creare un database ricco di informazioni e di vasta portata, mentre la ricerca e le statistiche di mercato sono impiegate per identificare target e obiettivi.
Fino a una decina d’anni fa i candidati basavano le campagne elettorali soprattutto su spot pubblicitari trasmessi in televisione in orari opportunamente scelti, oggi è invece determinante il ricorso alle immagini e ai social media.
Un’infinità di statistiche ha dimostrato che i filmati sono sempre vincenti rispetto ai testi scritti sia in termini di preferenze che di tempo dedicato e sono decisamente più efficaci nel conquistare ascoltatori e sollecitare l’impegno del pubblico. La lettura di testi su un candidato richiede fondamentalmente una grande concentrazione da parte dei potenziali elettori e uno sforzo elevato da parte loro per comprendere appieno il suo programma politico. Inoltre, la visione di un filmato tende a favorire il coinvolgimento e l’empatia delle persone con conseguenti condivisioni, commenti e apprezzamenti.
Se si considera anche il numero di utenti attivi che pubblicano quotidianamente (Facebook oltre un miliardo, Twitter oltre 300 milioni e Snapchat oltre 100 milioni), si può trarre la conclusione che la presenza sui social media è obbligatoria se si vuole essere eletti. La ragione principale per costruire una campagna politica avvalendosi dei social media risiede nel fatto che un candidato ha infinite possibilità di condividere video, immagini e messaggi personalizzati con i propri sostenitori e, di conseguenza, di consolidare i legami e aumentare la propria visibilità su Internet.
D’altra parte, i messaggi devono essere costruiti in modo da coprire ogni possibile aspetto perché si possono drammaticamente ritorcere come hanno dimostrato alcune recenti campagne politiche. Si prenda come esempio il post di Hillary Clinton su Twitter relativo ai debiti per prestiti di studio.
Tenendo presente che chiunque può partecipare a qualsiasi dibattito politico e avere un pubblico di milioni di elettori, è estremamente importante prestare attenzione a ciò che si dice e a come si dice. Così, le campagne politiche si sono spostate direttamente sui social media nella speranza di conquistare il successo su Internet e, di conseguenza, sugli elettori. Le idee e i propositi della campagna si possono diffondere e condividere senza sforzo e con estrema rapidità; quindi quale modo migliore per aumentare la consapevolezza e sollecitare la partecipazione?