Philip Kotler è riconosciuto come uno dei massimi esperti mondiali di marketing, un guru che non solo ha regalato al mondo un manuale validissimo, ma ha saputo leggere in largo anticipo i cambiamenti socio-economici e culturali e fornire spunti sempre innovativi a proposito di questa disciplina. Negli ultimi tempi Kotler ha provato a immaginare come sarà (e dovrebbe essere) il marketing del futuro: stiamo parlando del marketing 3.0.
Con marketing 3.0 Philip Kotler intende un marketing che metta al centro il cliente come essere umano nella sua integrità, con esigenze materiali, emotive e spirituali, un marketing che sappia sposare le istanze più nobili dell’umanesimo. Le aziende che sposeranno il marketing 3.0 avranno una marcia in più perché sapranno coniugare un prodotto/servizio di qualità con una mission intrisa di valori positivi.
In sostanza, il marketing 3.0 è un mix di marketing culturale, spirituale e collaborativo.
Il marketing culturale è legato al fenomeno della globalizzazione, che recentemente si è evoluta in “glocalizzazione”: le persone sono sempre più connesse al mondo, ma mantengono o riscoprono un forte legame col territorio. La globalizzazione ha ancora tanti lati negativi: permangono troppe disparità fra le diverse economie mondiali, così come la netta divisione fra nord e sud del mondo (oltre che fra ovest ed est, con la Cina nel ruolo di “fabbrica” mondiale). Ne consegue che le aziende dovranno avere valori positivi radicati, che non vadano in conflitto con quelli dei loro clienti, coniugando prodotti e servizi di qualità con etica, attenzione all’ambiente e ai diritti dei lavoratori.
E a proposito di etica e valori, il marketing spirituale vuole dare un risalto ancora maggiore alla vision aziendale, che deve avere un occhio di riguardo verso i clienti ma anche verso i competitor, da trattare con rispetto. Conquistare la fedeltà dei clienti significa dunque fare leva sui valori più profondi in modo chiaro e coerente.
Il marketing collaborativo, infine, dà un ruolo di primo piano anche alle persone, ai clienti, non più semplicemente consumer ma prosumer, in grado di parlare direttamente con l’azienda, creare contenuti e contronarrazioni, criticare o elogiare una determinata scelta (o politica) aziendale attraverso i social media. Un’azienda che fa marketing 3.0 coinvolge il proprio pubblico nella creazione del prodotto, ascolta critiche e lamentele e le prende in considerazione per migliorare il suo prodotto oppure il suo “comportamento”.
Creare prodotti validi ed esperienze di acquisto entusiasmanti per i clienti, sposandone allo stesso tempo i valori più nobili: ecco il significato di marketing 3.0.