Sappiamo bene che la conoscenza è uno dei fattori chiave nello sviluppo della persona e del professionista: sempre più persone desiderano alti livelli di istruzione per avere più opportunità nel mondo del lavoro. D’altro canto, con il nuovo millennio, siamo entrati nella cosiddetta “società della conoscenza”, che significa cercare di assicurare al maggior numero di persone un’istruzione e una formazione di qualità e, allo stesso tempo, dare tutte le risorse necessarie all’individuo per sviluppare tutte le sue potenzialità.
Il Lifelong Learning (LLL), detto anche “apprendimento permanente”, è in sostanza un processo di apprendimento che il singolo individuo, in base alle sue esigenze, attua per ottenere la propria realizzazione nel lavoro e nella società. La consapevolezza delle proprie conoscenze e delle lacune da colmare rende l’apprendimento non una fase più o meno limitata della propria vita, ma un processo fluido e costante vita natural durante, in linea con i cambiamenti economici e sociali.
L’apprendimento può essere formale e non formale: se il primo è quello che si svolge negli istituti deputati alla formazione e porta a ottenere diplomi e attestati ufficiali, il secondo è quello che avviene sul posto di lavoro o in altri contesti. L’apprendimento non formale è anche quella che ogni persona acquisisce nella quotidianità, attraverso lo studio individuale e la partecipazione a eventi culturali e formativi.
Dal 2007 al 2013, l’Unione Europea ha stanziato circa 7 miliardi per il programma europeo di Lifelong learning, che ha incluso e sostituito i precedenti programmi di istruzione
L’obiettivo della Ue era quello di dare dimensione europea al programma di Lifelong Learning: oltre agli scopi formativi, infatti, c’erano la tutela della diversità linguistica, il dialogo interculturale, la tolleranza fra popoli, la cittadinanza attiva e il rafforzamento dell’identità europea. Fondamentale è stato il Consiglio Europeo tenutosi a Lisbona nel 2000, che ha individuato tre obiettivi fondamentali: migliorare la qualità dell’istruzione, facilitare l’accesso alla formazione di qualità e aprire i sistemi di istruzione al mondo esterno.
Il programma Erasmus+ ha inglobato le attività del programma Lifelong learning della Ue per il 2014-2020: i cambiamenti principali riguardano l’incremento delle opportunità negli ambiti professionali, nuove partnership strategiche (anche col mondo dello sport), e programmi di inclusione di rifugiati e migranti.
I cambiamenti sociopolitici ed economici hanno cambiato il modo di intendere e fare business. L’innovazione tecnologica e l’ampliamento dei canali di comunicazione hanno mutato il marketing e la comunicazione, rendendoli da un lato più stimolanti e ricchi di opportunità, dall’altro più complessi da analizzare, gestire e sfruttare al meglio.
Ecco perché l’apprendimento costante è una necessità, sia per i singoli professionisti che per le aziende. Allo stato attuale, pensare di poter limitare la fase di formazione a un periodo preciso della propria vita è controproducente.
Le aziende devono inserire la formazione continua dei dipendenti come uno degli obiettivi strategici indispensabili. C’è chi sostiene che la formazione aziendale sia uno dei momenti educativi più importanti per il successo dell’azienda e la soddisfazione umana e professionale dei dipendenti. Lo sviluppo delle capacità e l’incremento delle conoscenze in azienda contribuiscono non solo alla crescita della produttività aziendale, ma anche del benessere dei dipendenti, che si sentono coinvolti e responsabilizzati e quindi più partecipi alle fortune dell’azienda. Alla luce del Lifelong learning, ogni azienda e ogni professionista dovrebbe investire parte del suo tempo e delle risorse a migliorare le competenze lungo tutto l’arco della vita.