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Il turismo in ripresa in Italia con + 9% a luglio rispetto al 2020

  • Con 15 milioni di italiani in vacanza a luglio, lo studio riporta una crescita del 9% rispetto al 2020;
  • In termini di entrate, la spesa turistica segna al momento + 7,7% sul 2020, con previsione di ulteriore incremento;
  • A livello europeo l’Italia risulta quarto per presenze, con una quota del 13,4% sul totale dei Paesi Ue;
  • Le città storico artistiche italiane si confermano le mete preferite con presenze maggiori in Lazio, Veneto, Trentino-Alto Adige, Toscana, Emilia-Romagna, Campania e Lombardia;
  • Milano, Firenze e Bologna sono al top della classifica delle città turistiche più smart d’Italia;
  • Tra le città minori, Pordenone, Cremona, Udine, Treviso, Biella, Lodi e Belluno sono le più innovative;
  • I flussi turistici più in crescita sono legati all’enogastronomia, a motivi religiosi, allo sport, alla natura, alla musica e al Cineturismo.

Roma, 20 luglio 2021. Rome Business School (Membro di Planeta Formación y Universidades, un network internazionale creato nel 2003 da De Agostini e dal gruppo Planeta) ha pubblicato lo studio: “Il turismo in Italia nell’era post-Covid” (a cura di Valerio Mancini, Direttore del Centro di Ricerca della Rome Business School, e in collaborazione con Camilla Carrega, Direttore del Master in Tourism and Hospitality Management e del Master in Food and Beverage Management) che presenta un’analisi dell’impatto dell’emergenza sanitaria sul settore e dà indicazioni sulle nuove tendenze emergenti.

Lo studio riporta che, con 15 milioni di italiani in vacanza a luglio, il turismo registra un aumento del 9% rispetto al 2020 anche se sono 2,8 milioni in meno rispetto al 2019, prima della pandemia. Il 33% dei vacanzieri Italiani resta all’interno della propria regione e solo il 6% prevede di andare all’estero. In termini di entrate, la spesa turistica 2021 (dati maggio) è di 39 miliardi di euro, + 7,7% sul 2020 mentre la spesa turistica degli italiani all’estero è di 24,6 miliardi di euro, in aumento del + 8,9% rispetto al precedente anno (+ 11,6% sul 2020), sebbene gli autori prevedono una ulteriore crescita nei prossimi mesi. A livello europeo, poi, nel 2021 l’Italia risulta quarta per presenze negli esercizi ricettivi, con una quota del 13,4% sul totale dei Paesi della Ue.

Uno sguardo sulla dimensione regionale
I dati raccolti indicano che nel 2021 le città storico artistiche italiane si confermano il prodotto preferito accogliendo 43,6 milioni di arrivi turistici (di cui quasi il 60% stranieri provenienti da USA, Germania e Francia soprattutto) con una quota del 35,4% del totale, ancor più delle località marine. Con quasi 27 milioni di presenze, Roma continua ad essere la principale destinazione turistica (con il 6,4% del totale) mentre, sempre per il settore culturale, le regioni più interessate sono: Lazio con circa 5 miliardi di euro, Veneto quasi 2,9 miliardi di euro, Toscana (2,7 miliardi di euro), Lombardia (oltre 1,2 miliardi) e Campania (circa 890 milioni di euro).

La ricerca evidenzia che, nel 2021, le regioni con il maggior numero di presenze si confermano il Veneto (16,5% delle presenze complessive negli esercizi ricettivi italiani), il Trentino-Alto Adige (11,9%, con la Provincia autonoma di Bolzano al 7,7% e la Provincia autonoma di Trento al 4,2%), la Toscana (10,9%), l’Emilia-Romagna (9,5%) e la Lombardia (9,4%). In queste cinque regioni si concentra il 58,2% delle presenze turistiche in Italia, pari a oltre la metà (51,6%) dei clienti residenti e a quasi due terzi (64,7%) dei non residenti.

I nuovi trend del turismo post-pandemico: digitalizzazione e smart cities
Nel delineare le tendenze emergenti del post pandemia, gli autori sottolineano la creazione di destinazioni turistiche intelligenti con un trade off tra sostenibilità e innovazione digitale “Le città e tutte le destinazioni cambiano i loro modelli di sviluppo turistico per rispondere non solo ad una clientela più consapevole ed esigente, ma anche alla crescita dell’economia digitale e dell’innovazione delle competenze”; essere una “smart destination” non è quindi solo un’etichetta  “ma un vero e proprio processo di trasformazione delle destinazioni che punta al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delineati dall’ONU nell’Agenda 2030”.

In tale senso, i risultati dell’indagine di RBS vedono, nel 2021, Milano, Firenze e Bologna al top della classifica delle città più smart d’Italia, sebbene non raggiungano particolari performances positive in sostenibilità ambientale. Milano risulta essere la realtà urbana leader sotto il profilo della solidità economica, della ricerca e sviluppo, della mobilità sostenibile e della coesione sociale. Firenze ha il suo punto di forza nell’attrattività turistico-culturale e punte d’eccellenza nell’ambito della trasformazione digitale. Il capoluogo toscano eccelle anche in vivibilità ed iniziative relative all’empowerment del cittadino.

Bologna si conferma molto forte a livello nazionale per l’interoperabilità di alcuni progetti grazie ad una buona governance e ad una comunità sempre più “intelligente”. Ottimi i risultati scull’inclusione sociale, sul risparmio energetico e su ricerca e innovazione.

Lo Studio include poi una suddivisione tra città metropolitane, medie e piccole: le tre città di testa nella classifica generale lo sono anche in quella delle città metropolitane. I punti di forza che le caratterizzano riguardano essenzialmente la capacità di valorizzare il verde urbano, di incentivare la trasformazione digitale (accesso alla banda larga, open data, wi-fi pubblico, servizi online) e di investire sulla mobilità sostenibile (intermodalità, car e bike sharing, riduzione delle emissioni, aree pedonali). Le prime tre città medie, Trento, Bergamo e Pisa, emergono grazie all’inclusione sociale (assistenza agli anziani, accoglienza, offerta sociosanitaria), all’istruzione (offerta formativa innovativa, accessibilità scolastica, percentuale di NEET – Not in Education, Employment or Training) ed energia (sostenibilità dei consumi, qualità dei servizi, adeguamento del patrimonio comunale).

Tra le aree urbane minori, sono sette le città che tendono ad evolversi in vere piccole smart cities: Pordenone, Cremona, Udine, Treviso, Biella, Lodi e Belluno. La loro capacità di innovare si sviluppa in particolare negli ambiti della gestione dei rifiuti urbani (incidenza della raccolta differenziata, riduzione della produzione di rifiuti, iniziative di sensibilizzazione), dell’innovazione e ricerca (spazi di coworking, presenza di start up e imprese ad alta conoscenza, servizi innovativi) e della legalità e sicurezza (efficienza dei tribunali, presidio territoriale, incidenza della criminalità).

Rispetto sempre alle nuove tendenze, lo Studio evidenzia le attrazioni turistiche più popolari nel 2021: gli introiti internazionali per motivi religiosi e di pellegrinaggio, pari a 126 milioni di euro, sono cresciuti del 71,4% così come i flussi turistici legati alla vacanza sportiva (410 milioni di euro, +49,8% sul 2020); le presenze del turismo legato invece alla natura, in Italia, hanno superato per la prima volta quota 100 milioni ed un fatturato di oltre 12 miliardi di euro. 

Nel 2021, poi, quasi 5,5 milioni di presenze turistiche nelle strutture ricettive sono dovute al Cineturismo ed anche il turismo legato alla musica gode di ottima salute influenzando circa 8 milioni di visitatori all’anno tra italiani e stranieri e una crescita del 10% negli ultimi 2 anni. 

Infine, l’enogastronomia si conferma essere la prima motivazione di visita per i turisti locali e stranieri: la spesa dei turisti relativa è di oltre 12 miliardi nel 2021 (15,1% totale turismo), di cui circa 5 miliardi spesi dagli stranieri e 7,3 miliardi dagli italiani.

Diventerà, quindi, sempre più importante -sostiene Mancini- puntare su un’opera di monitoraggio e di accompagnamento delle maggiori città italiane nell’evoluzione verso un profilo di città più “intelligenti” al servizio della popolazione residente e, nello specifico, dei turisti, con una priorità all’accessibilità aeroportuale e ferroviaria, alla ricettività e ai servizi turistici, anche alla luce dei finanziamenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del Governo “.