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Il calcio femminile come nuovo motore di successo dell'industria sportiva

L’industria del calcio è sempre stata caratterizzata da un divario significativo tra le competizioni maschili e quelle femminili. Una differenza che è evidente nel livello di competitività, crescita e ricavi. D’altra parte, questa distanza è destinata a ridursi nel corso degli anni, soprattutto nel Vecchio Continente.

Il calcio femminile, infatti, sta gradualmente trovando sempre più spazio e riconoscimento – come è giusto che sia – in termini non solo di visibilità mediatica e negli stadi, ma anche e soprattutto a livello economico e finanziario. Un esempio lampante di questo nuovo corso è sicuramente la UEFA Champions League. Dalla stagione 2021-2022, la competizione ha introdotto un nuovo format che prevede un numero maggiore di partite e, di conseguenza, ha aumentato e garantito maggiori introiti per le squadre coinvolte.

Secondo gli accordi commerciali e audiovisivi firmati dalla UEFA, la nuova UEFA Champions League femminile garantisce 24 milioni di euro da ridistribuire a favore del calcio femminile europeo: quattro volte la cifra precedente. L’aspetto più importante è l’idea di utilizzare il 23% di questi 24 milioni come “pagamenti di solidarietà” ai club che non partecipano alla competizione ma che sono iscritti alla Champions League femminile.

Inoltre, la UEFA ha definito e garantito un premio di 400.000 euro – definito “entry list” – a tutte le squadre che si qualificano per la fase a gironi. Sono previsti anche alcuni bonus legati alle prestazioni sportive: 50.000 euro per ogni vittoria e 17.000 euro per ogni pareggio nelle tre partite che ogni squadra gioca nel proprio girone, mentre la vincitrice del girone riceve poi un ulteriore premio di 20.000 euro. La partecipazione ai quarti di finale garantisce un premio di 160.000 euro, mentre la semifinale di 320.000 euro. Infine, la vittoria della Champions League femminile garantisce un premio partita di 350.000 euro. Trionfare con un percorso netto (cioè vincendo tutte le partite del girone) porterebbe al club 1,4 milioni di euro; è una cifra molto alta se si considera che nei primi dieci anni della manifestazione non erano garantiti premi in denaro.

È importante dire che solo l’accesso ai quarti di finale per diversi club rappresenterebbe già un traguardo di notevole importanza economica. Infatti, molti club che partecipano alla Champions League femminile hanno un budget annuale inferiore a 400.000 euro.

Il caso degli USA

La crescita di questo movimento, soprattutto in termini di ricavi (broadcasting, piattaforme OTT e partner commerciali), visibilità e riconoscimento sociale ed economico per i calciatori è evidente nel caso degli Stati Uniti; un Paese che è sempre stato all’avanguardia nell’industria dello sport.

All’inizio del 2022, la United States Soccer Federation (USSF), la United States Women’s National Team Players Association (USWNTPA) e la United States National Soccer Team Players Association (USNSTPA) firmarono un accordo di parità salariale basato sull’idea che le squadre maschili e femminili si dividessero tutti i guadagni della Coppa del Mondo. In questo modo, la US Soccer è diventata “la prima Federazione al mondo a equiparare i premi in denaro della Coppa del Mondo FIFA” assegnati alle squadre per la partecipazione ai Mondiali. Un accordo che ha il potenziale per ispirare e cambiare il gioco e anche il business del calcio femminile in tutto il mondo.

La USMNT ha guadagnato 6,5 milioni di dollari raggiungendo le fasi a eliminazione diretta della Coppa del Mondo FIFA 2022 in Qatar, mentre la USWNT ha guadagnato 6 milioni di dollari in totale per le successive vittorie della Coppa del Mondo nel 2015 e nel 2019: 2 milioni di dollari nel 2015 e 4 milioni di dollari nel 2019.  In base all’accordo sulla parità di retribuzione degli Stati Uniti, la USMNT prenderà la metà dei premi in denaro della USWNT in futuro. Questo accordo ha esercitato una maggiore pressione sulla FIFA – che ha sempre trattato la Coppa del Mondo femminile come un ripensamento – affinché investisse (di più) nel calcio femminile non solo in base a un principio di solidarietà. Il motivo è che la mancanza di risorse destinate alle donne può avere un impatto diretto sul business del calcio maschile e significa che il calcio femminile si sta rivelando una vera e propria macchina da soldi in questo campo.

La Coppa del Mondo maschile in Qatar è stata la più ricca della storia: il premio per il vincitore è stato di 42 milioni di dollari e il montepremi totale di 440 milioni di dollari, oltre 14 volte superiore a quello dell’edizione femminile del torneo.

D’altra parte, la Coppa del Mondo femminile sta crescendo ancora molto: il montepremi totale del 2019 è stato di 30 milioni di dollari, raddoppiato rispetto ai 15 milioni del 2015, e il vincitore ha ricevuto 4 milioni di dollari. La FIFA ha deciso di espandere la Coppa del Mondo femminile da 24 a 32 squadre nel prossimo evento dell’estate 2023 e di raddoppiare il montepremi, che passa da 30 a 60 milioni di dollari e – secondo le ultime previsioni – forse a 100 milioni di dollari.

L’Euro femminile UEFA 2022

In generale, come nel calcio maschile, le competizioni femminili che coinvolgono le squadre nazionali sono generalmente più redditizie di quelle di club. Infatti, l’ultimo campionato europeo che si terrà in Inghilterra nell’estate del 2022 ha stabilito nuovi standard per le competizioni femminili non solo prevedendo un montepremi raddoppiato rispetto all’edizione precedente (UEFA Women’s Euro 2017 nei Paesi Bassi prevedeva 8 milioni), ma anche garantendo per la prima volta nella storia un programma di benefit per i club.

Tale importo – inesistente nel mondo del calcio maschile a questo scopo – consisteva in un totale di 4,5 milioni di euro da dividere tra i 16 club europei partecipanti per garantire la partecipazione delle giocatrici

Crescita del movimento

L’evento continentale ha un impatto significativo nello sviluppo del movimento calcistico femminile: il primo passo di un progetto che mira ad attrarre e coinvolgere un numero sempre maggiore di investimenti.

Considerando le interessanti previsioni di crescita del movimento, la UEFA ha redatto – per la prima volta nella storia – il Business Case del calcio femminile. Si tratta di un documento che analizza le potenzialità e le sfide a tutto tondo del movimento calcistico femminile attualmente e tra dieci anni.

L’attenzione cade subito sul fatturato prodotto dal mercato dei trasferimenti, che ha raggiunto la soglia dei 2 milioni di euro nella stagione 2021-2022. Si tratta di una cifra impressionante se si considera che non è mai esistito un mercato legato alle calciatrici e che – come emerge dal rapporto sul mercato internazionale dei trasferimenti redatto dalla FIFA – oltre il 95% dei trasferimenti nel calcio femminile avviene senza un effettivo movimento di denaro. Tuttavia, la situazione sta cambiando e si sta avvicinando alla realtà del calcio maschile: nel 2021, sono stati effettuati 1.304 trasferimenti nel calcio femminile professionistico (+26,2% rispetto al 2020 con 1.033 e addirittura +87% rispetto al 2018).

Il rapporto della UEFA ha anche rivelato alcuni dati importanti e interessanti, soprattutto per gli investitori e gli sponsor (gli stakeholder dell’industria sportiva), sul reale potenziale di questo movimento. Il torneo femminile di EURO 2022 ha attirato 574.000 spettatori, mentre la sola finale di UEFA Women’s Champions League ha attirato 91.648 spettatori e telespettatori. Le stime prevedono addirittura 328 milioni di appassionati di calcio femminile nel 2033 e, di conseguenza, i ricavi generati potrebbero passare dagli attuali 116 milioni a una cifra compresa tra i 552 e i 686 milioni, di cui circa 295 milioni solo dagli sponsor – un aumento del +427,5% rispetto agli attuali 69 milioni.

Rapporto FIFA

Secondo la seconda edizione di Setting the Pace: il principale rapporto di benchmarking pubblicato dalla FIFA, il calcio femminile sta registrando un aumento dei ricavi a livello globale grazie a sponsorizzazioni, accordi di trasmissione e merchandising, oltre a un maggiore interesse da parte dei tifosi. L’indagine dell’organo di governo del gioco sul calcio femminile – pubblicata nell’ottobre 2022 – sottolinea quali sono i fattori di successo dei club e dei campionati di calcio femminile. Una crescita che sta alimentando l’entusiasmo in attesa di vivere la prossima Coppa del Mondo femminile in Australia e Nuova Zelanda in estate.

Il rapporto rivela i cambiamenti e gli sviluppi che si sono verificati nel calcio femminile d’élite dalla prima edizione (pubblicata nel maggio 2021), concentrandosi sui dati di 30 tra i migliori campionati di calcio femminile e 294 club, al fine di perseguire l’obiettivo della FIFA di accelerare la crescita del calcio femminile a livello globale. In questa indagine, i ricavi dei club non sono stati influenzati dall’effetto della pandemia e, di conseguenza, grazie alla crescita delle fonti matchday, broadcast (+22%), commerciale e prize money, i 30 club analizzati hanno visto crescere i loro ricavi del 33%.

È importante sottolineare l’impatto degli sponsor, che mostrano un maggiore interesse per questo sport: il rapporto della FIFA rivela che il 77% dei campionati ha un title sponsor, rispetto all’11% del 2021.

Inoltre, il prodotto calcio femminile dimostra alti margini di crescita, dato che solo il 7% dei club a livello globale ha registrato più di 1 milione di dollari di ricavi da partite, trasmissioni, pubblicità e premi. Investire in questo sport sta diventando sempre più redditizio: un’opportunità per coinvolgere e catturare nuovi segmenti di tifosi e aumentare i ricavi anche per le aziende di altri settori (sponsor, emittenti).

C’è un interesse senza precedenti per questo gioco, come dimostrano l’amichevole tra Stati Uniti e Inghilterra a Wembley (quasi 78.000 tifosi e tutto esaurito in 24 ore) e la partita dei quarti di finale di UEFA Champions League al Camp Nous (91.000 tifosi).

Conclusioni e nuovi orizzonti

Stiamo vivendo in un periodo caratterizzato da cambiamenti significativi in questo campo e altri continueranno ad arrivare. Le potenzialità del calcio femminile sono enormi, anche se permangono incertezze sulla sostenibilità di quei costi che sicuramente – come naturale conseguenza dell’aumento del fatturato – aumenteranno progressivamente. Sarà necessario garantire un certo standard qualitativo per soddisfare le aspettative di tifosi e stakeholder e (sempre più) le esigenze dei club professionistici.

In altre parole, sembra che sia giunto il momento di capitalizzare quanto di buono è stato costruito fino a questo momento per garantire la crescita di un movimento calcistico in rampa di lancio. Trovare il giusto equilibrio dal punto di vista economico non sarà semplice, considerato come sembri utopico costruire e preservare un sistema in cui la ricchezza sia distribuita in modo più equo. Evitare la creazione di squilibri economici è la chiave per garantire la competitività.

In ogni caso, è importante dire che il calcio femminile intende continuare a promuovere quei principi – soprattutto di fair play – che lo hanno reso attraente e interessante anche per chi inizialmente ne aveva sottovalutato l’impatto: i messaggi di crescita positiva, inclusività e uguaglianza di genere che sono i valori fondamentali di questo sport.

Valerio Mancini

Direttore del Rome Business School Divulgative Research Center, Professore e Direttore del Centro di Ricerca divulgativo della Rome Business School. Docente e coordinatore del Dipartimento di Scienze Linguistiche dell’SSML “Armando Curcio”. È docente presso l’Università degli studi di Roma “La Sapienza”, l’Italian Design Institute – IDI di Milano e l’SSML Unicollege (Firenze). È stato visiting lecturer in diverse università in Italia e all’estero. Ha lavorato con diverse organizzazioni internazionali (UNODC, UNICRI, MAOC-N e OCSE) e nazionali (MISAP, MASTERY e Comitato Giovani della Commissione Nazionale Italiana dell’UNESCO). Ha pubblicato diversi articoli, reportage e ricerche accademiche; è stato giornalista estero del quotidiano colombiano “El Espectador” e, dal 2010, è corrispondente per l’Italia del programma radiofonico “UN Analísis”. Ultima pubblicazione: “Calcio & Geopolitica” (Mondo Nuovo, 2021). Laureato in Scienze politiche con studi specialistici in Relazioni internazionali e integrazione europea presso l’Università Cattolica di Milano. Ha conseguito diversi titoli accademici in Italia e all’estero, tra cui l’LL.M. (Master of Laws) presso l’Università di Teramo e un Master in Sicurezza economica, geopolitica e intelligence presso la SIOI di Roma.