Diana Lenzi, Docente di Rome Business School del Master in Food and Beverage Management e dell’Online Master in Agribusiness Management, è la nuova presidente del CEJA, l’Organizzazione dei Giovani Agricoltori Europei che raccoglie 30 associazioni agricole e due milioni di produttori Ue.
Lo annuncia Rome Business School, che si congratula con la Professoressa Lenzi per questo nuovo prestigioso ruolo, raggiunto grazie a impegno, competenza e passione.
Professoressa, cosa rappresenta per lei questo ruolo e quali sono gli obiettivi e le sfide da affrontare?
È con immensa gratitudine verso i costituenti e grande senso di responsabilità che abbraccio questa nuova avventura come Presidente di Ceja. Questo è un momento cruciale per l’agricoltura europea, con tante sfide e nuovi obiettivi da raggiungere. La sostenibilità del sistema alimentare e il riequilibrio della filiera alimentare sono al centro del dibattito politico sull’agricoltura, e sono convinta che solo attraverso e grazie agli sforzi e all’impegno del settore giovanile coinvolto nel settore agricolo questi obiettivi globali potranno essere raggiunti. Voglio essere voce forte e potente che fa eco ai pensieri e alle esigenze di tutti i giovani agricoltori d’Europa. Vogliamo essere al centro di tutte le discussioni che riguardano il futuro dell’agricoltura europea, perché noi siamo il futuro dell’agricoltura europea.
In quali direzioni intende concentrare maggiormente i suoi sforzi?
Durante il mio mandato ci concentreremo sulla sostenibilità del settore agricolo, utilizzando un approccio pratico e pragmatico che guardi alle specificità e alla diversità dell’agricoltura europea e proponga soluzioni applicabili per rendere il nostro settore più efficiente e quindi più sostenibile. I risultati dei nostri dibattiti e consultazioni saranno la base attraverso la quale ci avvicineremo ai decisori politici, ai quali chiederemo misure e aiuti che possano aiutarci a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità identificati. Il nuovo CAP è un importante capitolo del nostro lavoro di advocacy, perché crediamo che ogni euro speso debba essere destinato a investimenti e spese che affrontino e diano impulso al tema della sostenibilità nel nostro settore, che modernizzino il nostro settore senza danneggiare la natura. Tutto ciò può aiutare ad attrarre e coinvolgere i più giovani, al momento solo l’11% delle aziende agricole europee è gestito da persone di età inferiore ai 40 anni.
Cosa di questa esperienza potrà trasmettere nella didattica agli studenti di Rome Business School?
Credo che la mia esperienza al CEJA possa essere rilevante per gli studenti di Rome Business School perché mi esporrà a tanti aspetti diversi di policy making, networking, advocacy, interdipendenza tra nazioni e istituzioni, comunicazione e business capacity building. Questo non può che arricchire gli studenti. Ho già condiviso con loro numerose volte tematiche relative ai Sustainable Development Goals, per dare loro un quadro più ampio su come ogni azienda debba allocare le proprie risorse e aumentare i propri sforzi per poter essere attore sostenibile e contribuire al global balance. Ho spiegato loro quanto le nostre decisioni sui modelli di business incidano su questo equilibrio. Sono sicura che l’esperienza del CEJA non possa che ampliare questo tipo di interconnessione tra le materie che insegno e le altre mie competenze. Sono un’imprenditrice, un’agricoltrice, una sostenitrice degli agricoltori, una donna e una madre, e tutto questo entra in gioco quando insegno e quando condivido con gli studenti tutto ciò a cui i miei vari ruoli mi espongono.
La Professoressa Diana Lenzi: il suo percorso
Nata e cresciuta a Roma, Diana Lenzi partecipa alla vita di molte associazioni di settore e di zona come Donne del Vino e Classico Berardenga. Dopo gli studi classici, ha conseguito la laurea in Scienze Politiche, per poi dedicarsi alla sua passione, la cucina professionale, diplomandosi alle scuole professionali del Gambero Rosso. Dopo qualche anno di totale immersione tra le cucine dei più importanti ristoranti romani, nel 2008 le viene chiesto di gestire l’azienda vitivinicola di famiglia, la Fattoria di Petroio a Castelnuovo Berardenga (Siena). Nel 2012 entra a far parte dei Giovani di Confagricoltura, di cui è stata vicepresidente nazionale per tre anni, e di cui è stata presidente per la provincia di Siena fino al 2015. Ha fatto parte del WFO Gvmnasium, programma di capacity building e di leadership per i giovani leader di associazioni agricole. Collabora con la Rome Business School in qualità di docente del Master in Food and Beverage Management e dell’Online Master in Agribusiness Management, con l’università delle Arti di Firenze (FUA) come docente dei Wine Career Program, e con altre Università di settore.