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Cosa pensano le aziende sui tirocini virtuali? Offrire o non offrire uno stage a un lavoratore che non vedi?

Gli stagisti virtuali stanno diventando sempre più frequenti nei luoghi di lavoro più flessibili di oggi. Promossi da aziende di ogni dimensione, gli stage virtuali stanno rendendo l’esperienza di lavoro più accessibile soprattutto durante questo periodo! I vantaggi sono simili a quelli del telelavoro, aprendo le industrie a grandi gruppi di talenti e la vicinanza all’ufficio è non è più una barriera.

Gli stage virtuali sono presenti ora in molte grandi aziende come per esempio KPMG e Deloitte. Peter Mead, responsabile del marketing di Bitcoin Australia, è convinto che la possibilità di lavoro virtuale sia cruciale per affrontare la carenza di talenti nel suo settore. Dice: “In Australia, c’è un numero limitato di persone con conoscenza delle tecnologie chiave che utilizziamo, come blockchain. Promuovendo un programma di stage virtuale, abbiamo accesso a un pool globale di talenti di esperti di tecnologia crittografica provenienti da tutto il mondo”. Pensa anche che l’accordo sia molto più giusto per gli stagisti. Spiega: “Quando un tirocinante tradizionale termina un’attività speso ci si aspetta che ci sia sempre più lavoro quando, a volte può non essere così. In questo caso gli stagisti virtuali possono disconnettersi quando finiscono le loro attività e rientrare quando sono necessari “.In questo modo è possibile tagliare le spese di viaggio, alloggio e abbigliamento da lavoro. 

Il compromesso sta però probabilmente nel perdere la possibilità di osservare la cultura, le dinamiche di gruppo e sviluppare le competenze nella comunicazione diretta con le persone. Alcuni dirigenti aziendali sono infatti preoccupati che i tirocini virtuali estendano troppo il concetto di lavoro a distanza e pensano che quest’ultimo, dovrebbe essere riservato solo a dipendenti esperti. Si pensa che i vantaggi dei tirocini presenziali come il rafforzamento delle relazioni interpersonali e il lavoro di squadra si perdano in quelli virtuali, privando i giovani della possibilità di acquisire sia le competenze che la comprensione di come opera il mondo del lavoro, sia di giovare della colloquialità e del network che si crea talvolta durante le pause caffè, o nelle riunioni in ufficio. Gli stagisti che non sperimentano tutte queste esperienze potrebbero risentirne in seguito quando si tratterà di dover svolgere un lavoro in ufficio. I giovani professionisti per crescere davvero, dovrebbero essere in grado di fare esperienza e lavorare a fianco dei propri colleghi, giorno dopo giorno.

Con un numero maggiore di aziende che offrono opzioni di lavoro flessibili e altre che diventano completamente remote, è probabile che le opportunità di stage virtuali aumentino. Vantaggiosi anche in termini di costi sia per le imprese che per gli stagisti che non hanno bisogno di paralizzarsi finanziariamente, si sa che molto spesso uno stage è pagato meno di un impiego a tempo pieno, ma possono comunque perseguire un’esperienza lavorativa.

Ma il vero successo dipenderà dalla disponibilià delle aziende di supportare stagisti virtuali con solidi strumenti di on- boarding, e-learning e comunicazione e il loro impegno nel formare un team per tenere traccia dei loro progressi. Quindi non c’è motivo per cui i tirocini virtuali non debbano essere una progenie positiva dell’ondata dello Smart – Working. E in ogni caso, nulla evita and un giovane talento di iniziare prima come stagista remoto per poi successivamente entrare a far parte dell’azienda. Uno stage online dà tempo sia al datore di lavoro per valutare le operazioni di un possibile membro del team sia al futuro datore di lavoro di capire se l’azienda rispecchia al meglio per le sue capacità e le sue esigenze.