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Verso il futuro dell'automotive: innovazione, mobilità, competenze

Renault

Mobilità elettrica, nuovi modelli di business, car sharing, soft skill, identità di brand: dietro un gruppo automobilistico storico come Renault oggi c’è molto più di una casa produttrice di veicoli.
Durante una company presentation a Rome Business School, il team Risorse Umane del gruppo Renault insieme alla business unit Dacia ha offerto agli studenti uno sguardo dall’interno su come si sta trasformando il settore e su quali opportunità si aprono per i giovani professionisti.

Un gruppo globale con radici in Italia

Renault si configura oggi come una realtà internazionale con una presenza capillare e una struttura articolata. In Italia conta circa 550 collaboratori distribuiti principalmente tra Roma, sede centrale delle funzioni nazionali, Castel San Giovanni, hub logistico europeo per la distribuzione ricambi, e Milano, dove opera una business unit dedicata all’aftermarket. Accanto al marchio Renault convivono Sodicam Italia, focalizzata sul post-vendita, e Mobilize Financial Services, che gestisce finanziamenti e formule di noleggio.

È stato ricordato anche il percorso storico del brand nel Paese, dalla sua introduzione negli anni ’50 fino ai risultati più recenti, tra vendite record pre-pandemia e leadership nel segmento elettrico dedicato ai clienti privati.

Un settore che si ripensa tra elettrico e nuovi modelli di mobilità

La transizione energetica e digitale sta ridisegnando l’automotive. L’elettrico, accelerato dalla pandemia, è sempre più centrale, così come la connettività di bordo e i servizi digitali integrati. Cambia anche il rapporto con il veicolo: l’auto non è più solo un bene da possedere, ma uno strumento di mobilità da usare quando serve. Car sharing, noleggio, usato e formule flessibili stanno modificando la domanda e il modo in cui le aziende costruiscono valore.

In questo contesto Renault ha avviato un piano strategico che punta meno sui volumi e più sulla qualità dell’offerta, riorganizzando brand e business unit. La logica è quella di diventare un’azienda tecnologica che offre mobilità, non solo automobili.

Persone, competenze e crescita interna

La presentazione ha posto grande attenzione al tema delle persone. In un contesto complesso e imprevedibile, la competitività passa sempre più dalle soft skills: resilienza, problem solving, lavoro in team, capacità di adattamento. Da qui la scelta del gruppo di favorire percorsi di crescita orizzontali oltre che verticali, con job rotation e cambi ruolo ogni pochi anni, così da sviluppare competenze trasversali e visione più ampia del business.

È stato illustrato anche il processo di selezione per gli stage, che prevede screening iniziale, colloqui conoscitivi e assessment in sede con prove di gruppo, test linguistici e digitali, e confronto con HR e manager. L’obiettivo dichiarato è fornire feedback chiari in tempi brevi.

Dacia: un caso di branding essenziale e moderno

La seconda parte dell’incontro si è concentrata su Dacia, presentata come un caso concreto di trasformazione del brand. Oggi il marchio non è più associato al low cost, ma a un concetto di value for money basato su essenzialità, robustezza e valore. Una gamma snella, design orientato all’outdoor, posizionamento chiaro e identità visiva coerente hanno permesso al brand di rafforzare la propria presenza nel segmento privati, con una crescita della quota di mercato e una maggiore incidenza delle versioni più accessoriate.

Un ponte diretto tra aula e industria

L’iniziativa ha mostrato come innovazione, strategia e cultura aziendale convivano in un settore spesso percepito come tradizionale. Per gli studenti è stato un momento utile per comprendere il funzionamento interno del gruppo, il ruolo delle competenze trasversali e le opportunità future in un mercato in piena evoluzione.