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Il voto francese: un sollievo o una preoccupazione

L’anno 2017 vede l’avvio di una campagna di rilievo internazionale per l’elezione di un presidente. Il 23 aprile 2017, i cittadini francesi saranno chiamati a esprimere il loro voto e a decidere chi dovrà essere il Presidente della repubblica francese per i prossimi cinque anni.

Le elezioni presidenziali hanno sollecitato tre principali figure politiche — Francois Fillon, Marine Le Pen ed Emmanuel Macron — a darsi battaglia per la presidenza.

Prendiamo in considerazione Francois Fillon, candidato del centro-destra.

Fillon è stato primo ministro in Francia dal 2007 al 2012, durante la presidenza di Sarkozy, e ha anche avuto incarichi di ministro. Ha la reputazione di essere un riformatore e una persona onesta e di puntare a riformare l’economia e il sistema fiscale con un approccio liberale. Ha promesso di tagliare i posti di lavoro nel settore pubblico (fino a 500 mila) e di ridurre la burocrazia, di abrogare le imposte sulla ricchezza e di abolire la settimana di 35 ore.

Le sue politiche ricordano quelle di Margaret Thatcher; per questo motivo è criticato da una grande parte della popolazione. Tuttavia, la sua particolare attenzione alle radici cattoliche della Francia lo collocano in una lunga tradizione del conservatorismo francese che non ha un’effettiva corrispondenza in Gran Bretagna.

Per quanto riguarda la politica estera, Fillon vuole privare gli jihadisti di ritorno dalle guerre in Iraq e in Siria della cittadinanza francese e richiedere ai genitori che ricevono benefici pubblici di firmare un contratto di “responsabilità genitoriale”, volto a contrastare l’assenteismo ingiustificato nelle scuole o i comportamenti “irrispettoso dei valori della Repubblica”. È favorevole, inoltre, all’inasprimento delle relazioni con la Russia attraverso più gravose sanzioni da parte dell’UE e alla sconfitta dell’ISIS con il sostegno del Presidente della Siria.

Infine, le sue opinioni si possono riassumere con questa affermazione: “Abbiamo tutte le carte per essere una nazione moderna, sovrana, leader in Europa”.

Le posizioni di estrema destra sono rappresentate da Marine Le Pen e dal suo partito politico, il Front National.

Determinata ad addolcire l’immagine del suo partito da quando ne ha assunto la leadership nel gennaio 2011 dopo suo padre, Marine Le Pen si presenta nella competizione elettorale come un possibile vincitore intransigente ma anche convincente.

Nella sua visione politica l’immigrazione legale annua dovrà essere dimezzata (da 200.000 a 100.000), mentre quella clandestina dovrà essere sanzionata con l’espulsione. Per quanto riguarda alloggi e posti di lavoro, Le Pen intende dare priorità ai cittadini francesi ed è a favore di uno stato nazionale, indipendente, contro l’Unione europea e l’Euro. L’aumento dei poteri della polizia e la realizzazione di nuove carceri (40.000 in più) sono considerati dalla candidata Le Pen come obiettivi chiave per garantire la protezione e la sicurezza della Francia.

Riguardo alle tematiche sociali, Marine Le Pen, nota per la sue radici cattoliche conservatrici, ha organizzato raduni contro i matrimoni gay a sostegno della “famiglia tradizionale”. Ha apertamente parlato d’identità da “vero francese”, chiedendo che i musulmani in Francia adottino valori radicati nel cristianesimo.

Una delle sue affermazioni più significative, che riflette la sua ideologia politica, è la seguente: “la cittadinanza francese dovrebbe essere ereditata o meritata”.

Mentre il centrosinistra sembra frammentato, Emmanuel Macron, un liberale sociale di 39 anni, candidato del centro ed ex ministro delle finanze, presenta un gradimento al rialzo che indica una concreta possibilità di “scavalcare” il duo Fillon-Le Pen.

Come candidato indipendente che sostiene il cambiamento, l’approccio antisistema di Macron potrebbe frammentare ulteriormente il voto di sinistra o sottrarre voti a Marine Le Pen. Dopo la fondazione di “En Marche!”, la sua organizzazione politica, Emmanuel Macron ha tentato di diventare la voce del centro, che, secondo lui, non era rappresentato in Francia.

Senza una base in un partito, Internet è lo strumento scelto da questo candidato per costruire il suo movimento politico e reinventare la politica francese.

Fare affari e lavorare in modo autonomo è di fondamentale importanza per Macron; di conseguenza, le riforme del mercato del lavoro sono al primo posto nella sua agenda politica, in cui trova anche spazio il rafforzamento dell’unione monetaria europea. Inoltre, propone la creazione di un budget dell’eurozona per finanziare investimenti orientati alla crescita e per fornire agli Stati membri l’assistenza finanziaria di cui hanno bisogno.

Relativamente agli affari europei, Emmanuel Macron sostiene più capacità operativa e tempestività da parte dell’UE al fine di conseguire un più efficace controllo politico all’interno dell’Unione. Come egli afferma, “Non può esserci nessuna prospettiva di successo senza l’Europa” e “una tabella di marcia per l’Europa” è necessaria con le azioni che i paesi membri vogliono implementare in settori quali difesa, sicurezza e governo della fiscalità.

L’obiettivo politico di Macron si potrebbe riassumere nella seguente dichiarazione: “Per essere chiaro riguardo al progresso in Francia, stiamo accelerando”.

Secondo i sondaggi, Francois Fillon e Marine Le Pen hanno buone probabilità di passare al secondo turno, mentre Emmanuel Macron è la soluzione alternativa che potrebbe ribaltare le previsioni. Naturalmente, dovremmo aspettare le primarie presidenziale del partito socialista, che si terranno dal 22 al 29 gennaio 2017, con la possibile designazione di Manuel Valls, Arnaud Montebourg o Jean-Luc Bennahmias, i primi tre candidati più probabili.

 


Di Symeon Christofyllidis