Anticipatore del connubio arte – marketing, esempio vincente di self – marketing. Il primo appuntamento di LeARn To è stato con l’artista surrealista Salvador Dalì, nelle sale del Vittoriano di Roma.
Studenti e docenti del Master in Marketing e Comunicazione della Rome Business School hanno infatti visitato con grande interesse la mostra, traendo spunti e ispirazione nel loro percorso di crescita culturale d’eccellenza.
Autore fra l’altro di oniriche copertine “Vogue” e inventore del logo “Chupa Chups”, Dalì è un efficace esempio di come l’arte possa essere una leva vincente per una comunicazione innovativa e soprattutto incisiva. Le opere d’arte e la foga creativa di Dalì non possono prescindere dalla sua esistenza, grazie ad una vita quotidiana che diventata subito opera d’arte, anticipando in questo la pop art e l’arte espressione della cultura di massa.
Ad aprire il percorso espositivo numerosi scatti che il grande fotografo russo-americano Philippe Halsman ha dedicato al pittore spagnolo, immagini sempre divertenti e ironiche in cui emerge la propensione di Dalì a essere un modello di forte presenza.
In mostra: olii, disegni, documenti, fotografie, filmati, lettere, oggetti.
File rouge della retrospettiva è il rapporto dell’artista con l’Italia, per evidenziare quanto il nostro Paese abbia sempre avuto un ruolo di primo piano nel panorama dell’arte e della cultura.
A stimolare il rapporto di Dalì con l’Italia è Gala, sua moglie e musa, che lo spingerà a diverse visite nel Bel Paese, durante le quali incontrerà personaggi di spicco del nostro cinema come Luchino Visconti e Anna Magnani.
Il rapporto con l’Italia si sviluppa nelle sue tele secondo una duplice spinta: da un lato la tensione verso il disegno perfetto della classicità, dall’altro questa classicità stimola una dimensione di mistero, un tratto quasi visionario che richiama il surrealismo.
La sezione della mostra dedicata all’Italia, si apre con richiami a Raffaello e si chiude con riferimento a Michelangelo, testimoniando un rapporto intenso con l’Italia, e con la nostra arte, indagato per la prima volta in questa retrospettiva.
La seconda sezione presenta il cuore dei capolavori di Dalì, analizzando i diversi stili che l’artista ha percorso nella sua carriera, dal realismo al cubismo fino al surrealismo espressione del metodo paranoico-critico.
Protagonista qui è anche Gala, “l’immacolata intuizione” capace di curare ogni blocco creativo. Non manca, inoltre, un omaggio all’amato De Chirico.
L’ultima sezione è di sicuro la più originale e apprezzabile. Qui si indaga il rapporto con l’Italia attraverso materiali di grande valore: la collaborazione di Dalì con Luchino Visconti alla messa in scena di “Rosalinda o come vi piace” di Shakespeare che debutta al Teatro Eliseo nel 1948 è ricostruita attraverso fotografie d’epoca, un album che apparteneva a Visconti, documenti vari, la corrispondenza tra i due e un paio di costumi originali. Si può anche ammirare “l’oggetto inutile” realizzato per Alessi, le tre bottiglie disegnate per la Rosso Antico, si scopre il rapporto con Anna Magnani con cui sogna di realizzare un film intitolato “La carrettila de carne”, cioè “la vera storia di una donna paranoica innamorata di una carriola”. E c’è Federico Fellini, a cui Gala propone di fare un film su Dalì, mentre quest’ultimo compare in una pagina del celebre “Libro dei sogni”.
Il percorso espositivo, ripercorre la poliedrica personalità di Dalì, letto come uomo, artista, personaggio, che ha saputo rendere se stesso, un’opera d’arte.
Eccentrico e provocatore, fedele a sé stesso e visionario, esempio vincente di una comunicazione simbolica che porta in sé il tratto distintivo del successo.
Ivonne Lopez