Fare content marketing significa creare e distribuire contenuti validi per attrarre e fidelizzare un pubblico ben definito. Identificare il target e offrirgli contenuti utili significa dare una marcia in più al proprio business. Il content marketing implica il saper comunicare con i potenziali clienti senza l’ansia di vendere, ma con lo scopo di creare con loro un rapporto di fiducia e solo successivamente avvicinare il cliente all’acquisto.
Il content marketing è tutt’altro che una novità degli ultimi anni: da sempre le aziende creano contenuti per i propri clienti, basti pensare al calendario Pirelli o alla guida Michelin. Quello che è cambiato è che ora il content marketing ha assunto un ruolo di primo piano nella business strategy complessiva di un’azienda e ha destato sempre più interesse fra gli addetti ai lavori.
Come si ripete ormai da anni, il web 2.0 ha visto gli utenti – o meglio le persone – diventare soggetti attivi nel processo di comunicazione tra azienda e cliente. Si è passato da un tipo di comunicazione unidirezionale a circolare: il consumatore è diventato “consumattore”, è in grado di rilasciare feedback istantanei, produrre contenuti e contronarrazioni. Citando il famoso Cluetrain Manifesto, “i mercati sono conversazioni”.
Una buona strategia di content marketing deve instaurare una relazione, informare e creare fiducia con la massima trasparenza possibile.
Il bello del content marketing è che è alla portata anche delle piccole aziende e non solo dei grandi brand: tutti, potenzialmente, possono diventare il punto di riferimento per il proprio pubblico.
Nel 2013 il marketer americano Micheal Brito ha scritto un libro dal titolo emblematico: Your brand, the next media company. Ogni azienda, potenzialmente, può diventare un editore e produrre contenuti. Ma quali contenuti? Rispondere “contenuti di valore” non è sbagliato, ma incompleto. I contenuti devono essere ritagliati sulle esigenze del target: un contenuto “di valore” che esula completamente dagli interessi e le necessità del nostro cliente-tipo è inutile. È indispensabile focalizzarsi sui suoi bisogni e, di conseguenza, produrre contenuti che aiutino a soddisfarli.
Un’azienda deve saper rispondere alle domande, risolvere un problema, chiarire un dubbio e prevenire eventuali obiezioni del cliente: la forma del contenuto può essere diversa, ma l’obiettivo resta sempre lo stesso, cioè portare il prospect a fidarsi dell’azienda
e diventare un cliente fedele.
L’autoreferenzialità è bandita: una strategia di content marketing che preveda solo contenuti focalizzati sulla bontà del prodotto/servizio della propria azienda è destinata a fallire in partenza.
I contenuti possono assumere varie forme: blog post, video, immagini, podcast, webinar.
Prima di scegliere il formato, è opportuno capire, attraverso l’analisi dei dati, qual è il più efficace nel rispondere alle esigenze del nostro cliente-tipo. In base al suo comportamento, potremmo preferire un contenuto video a uno testuale, un’immagine a un podcast, oppure optare per un mix di vari formati.
Non esiste una soluzione valida per tutte le aziende: in base al proprio business e al cliente-tipo si sceglierà la content strategy più adatta ad attirare il prospect, portarlo a fidarsi di noi e trasformarlo in cliente.
No: una strategia di content marketing vincente si paga. Affidarsi a professionisti del content marketing è l’unica scelta possibile se l’obiettivo è avere un ROI adeguato. Oggi, fare content marketing è una delle vie preferenziali per il successo del proprio business: ignorarlo o sottovalutarlo è tutt’altro che una scelta saggia.