Lo scorso giovedì 13 marzo si è tenuto il quarto dei sette CAB Workshop del 2025, un appuntamento fondamentale per l’aggiornamento e il confronto tra professionisti di diversi settori. Durante l’incontro, esperti e manager di alto profilo si sono riuniti per analizzare le principali sfide, tendenze e opportunità di business nei settori del food, dello sport e del turismo. Il focus principale è stato fornire insight e spunti di riflessione per arricchire la formazione manageriale delle nuove generazioni di talenti, offrendo loro strumenti concreti per affrontare un mercato in continua evoluzione.
Il workshop si è aperto con un intervento introduttivo del Dean Antonio Ragusa, che ha presentato le ultime novità del CAB, evidenziando l’ingresso di 25 nuovi membri con esperienze consolidate in aziende di prestigio come Sony, Medici Senza Frontiere, META, Mediolanum e SKY. Questo ampliamento ha l’obiettivo di rendere il CAB sempre più un punto di riferimento per il networking e lo sviluppo di conoscenze avanzate in ambito manageriale.
L’evento si è sviluppato in due sessioni distinte, ciascuna delle quali ha affrontato tematiche chiave legate all’evoluzione dei settori di riferimento, mettendo in luce sfide e prospettive future.
La prima sessione ha visto un approfondito dibattito sull’impatto dell’intelligenza artificiale (AI) all’interno dei tre settori e sul suo potenziale di trasformazione dell’esperienza del cliente, senza comprometterne autenticità e valore umano.
L’AI sta rivoluzionando il settore del food grazie alla sua capacità di ottimizzare i processi produttivi, ridurre gli sprechi alimentari e migliorare la distribuzione dei prodotti, soprattutto in contesti critici come i paesi in via di sviluppo. Grazie a sistemi avanzati di monitoraggio e gestione agricola, è possibile intervenire in modo più efficace per prevenire sprechi e garantire una migliore sostenibilità nelle filiere produttive.
Dal punto di vista del consumatore, l’AI può essere utilizzata per personalizzare l’offerta e migliorare l’esperienza d’acquisto, adattandola alle esigenze specifiche di ogni cliente. Tuttavia, è emerso con chiarezza che l’adozione di queste tecnologie deve essere accompagnata da un equilibrio tra innovazione e fattore umano. Si è discusso dell’importanza di formare il personale affinché possa sfruttare al meglio questi strumenti, senza perdere il valore dell’interazione umana.
Un’altra tematica cruciale affrontata è stata quella delle sfide globali che il turismo e lo sport devono affrontare oggi. L’over-tourism, ovvero l’eccessiva concentrazione di turisti in determinate destinazioni, sta generando una serie di problemi collaterali, tra cui l’impatto ambientale e la saturazione delle risorse locali.
Una possibile soluzione proposta durante il workshop è stata l’ampliamento delle reti turistiche al di fuori delle mete più gettonate, incentivando la scoperta di nuove destinazioni e promuovendo un turismo più sostenibile.
La seconda sessione si è concentrata sull’importanza della formazione e delle competenze necessarie per avere successo nei settori del food, dello sport e del turismo. Il dibattito ha messo in evidenza il valore delle certificazioni professionali, in particolare della certificazione CHIA (Hotel Industry Analytics) per chi aspira a una carriera nel Luxury Hotel Management.
Questa certificazione, insieme ad altre riconosciute a livello internazionale, garantisce maggiore trasparenza e tracciabilità nel settore, fornendo ai professionisti strumenti concreti per migliorare la gestione operativa e strategica delle strutture ricettive.
Un altro punto centrale della discussione è stato quello delle competenze richieste dal mercato. I partecipanti hanno individuato tre hard skills e tre soft skills fondamentali per i manager del futuro nei settori analizzati. Tra le hard skills, è emersa la necessità di una solida conoscenza degli algoritmi per la prevenzione dei rischi e la gestione dei dati, un aspetto sempre più rilevante nell’era digitale.
Tra le soft skills, invece, si è sottolineata l’importanza della capacità di leadership, della gestione delle relazioni e della comunicazione efficace, elementi imprescindibili per chi opera in ambiti altamente interattivi come il turismo e lo sport.
Particolare attenzione è stata dedicata anche all’importanza delle esperienze pratiche nella formazione dei futuri manager. Si è discusso della necessità di inserire gli studenti in contesti aziendali reali, anche attraverso collaborazioni con imprese di diverse dimensioni. Inoltre, si è parlato dell’importanza di educare i giovani alla sostenibilità, fornendo loro gli strumenti per distinguere tra iniziative realmente sostenibili e fenomeni di greenwashing e bluewashing, sempre più diffusi nel marketing aziendale.
Infine, si è affrontato il tema delle opportunità di specializzazione nel settore sportivo. Mentre il mercato italiano non è ancora maturo per percorsi incentrati su Sport Tech e Gaming, il Master in Sport Business Management è stato individuato come una delle scelte più strategiche per chi vuole entrare nel settore. Al tempo stesso, anche l’area dello Sport & Entertainment si sta rivelando sempre più attrattiva, offrendo sbocchi lavorativi in linea con le nuove tendenze del mercato globale.
Il workshop ha offerto spunti di riflessione estremamente concreti, evidenziando come la formazione, l’innovazione tecnologica e un approccio sostenibile possano rappresentare le chiavi per il futuro dei settori del food, dello sport e del turismo.