L’industria cinematografica e audiovisiva italiana, con 10.968 imprese attive, rappresenta lo 0,2% del totale delle imprese in Italia generando un valore aggiunto pari a 6,59 miliardi di euro. Cresce il numero di imprese, la loro produttività, ma non in valore aggiunto in volume. Queste tra le conclusioni del report “Industria cinematografica e attrattività artistica in Italia” a cura di Francesco Baldi, Docente dell’International Master in Finance di Rome Business School; Massimiliano Parco, Economista, Centro Europa Ricerche e Valerio Mancini, Direttore del Centro di Ricerca Divulgativo di Rome Business School.
Le produzioni si concentrano maggiormente a Roma (23,3%), Milano (16,6%), Torino (3,4%) e Napoli (3,3%), e danno lavoro a oltre 60 mila persone. Nonostante una leggera flessione del valore aggiunto nel 2022 (-0,8%), il settore continua a contribuire significativamente all’economia, con un impatto positivo sulle produzioni locali e sull’internazionalizzazione del cinema italiano.
Nel decennio 2012-2022, il numero di imprese cinematografiche è aumentato del 25,8%, con un tasso di crescita annuo medio del 2,9%. Le microimprese sono aumentate del 29,4% (0-9 addetti), mentre le grandi imprese in misura pari al 38,5%. Al contempo, si sono ridotte le imprese di piccola dimensione (10-49 addetti), -19,6%. Tali variazioni hanno portato ad un netto aumento (+2,7%) del peso delle microimprese sul totale delle imprese del settore cinematografico e audiovisivo, in misura pari al 94,5% nel 2022.
Malgrado le difficoltà poste dalla digitalizzazione e dall’evoluzione dei modelli di consumo dei contenuti audiovisivi, ad eccezione del 2015 e dell’anno pandemico 2020, i film prodotti per il cinema in Italia sono aumentati sensibilmente nell’ultimo decennio. Tra il 2012 e il 2023, l’incremento è stato di 236 film prodotti (da 166 nel 2012 a 402 nel 2023; +142%). In particolare, nel 2023 sono stati prodotti 402 film per il cinema a fronte di 353 nel 2022, con un incremento del 13,8%.
“Il problema – afferma Massimiliano Parco – è che l’incremento di film italiani prodotti non ha però generato un corrispettivo incremento in termini di ricavi”.
Per quanto riguarda l’audiovisivo, tra il 2020 e il 2023, il numero di opere audiovisive italiane prodotte si è incrementato di 143 prodotti, 104 per la TV (+128%) e 39 per il web (+162,5%). La quota di prodotti audiovisivi italiani per la distribuzione su piattaforme web sul totale è aumentata, passando dall’avere un peso modesto del 9,5% (9 su 95) nel 2015 al 34% (63 su 185) nel 2023. “
Tuttavia, il settore deve affrontare sfide come il recupero di spettatori nelle sale cinematografiche, ancora inferiore ai livelli pre-pandemia, nonostante una crescita di presenze nel 2023 del 58,6% rispetto all’anno precedente. La produttività del settore ha mostrato una tendenza al ribasso negli ultimi dieci anni, a causa di un aumento dell’occupazione senza un corrispondente incremento del valore aggiunto, sebbene il settore abbia mantenuto livelli di produttività superiori alla media italiana. Nel 2022, le circa 11.000 imprese italiane del settore cinema e audiovisivo hanno registrato un valore aggiunto di 6,59 miliardi di euro, con una diminuzione dello 0,8% rispetto al 2021. Dal 2012 al 2020, il valore aggiunto del settore è calato del 24,4%, con una decrescita media annua del -3,4%, e non si è ancora tornati ai livelli del 2017 di 6,64 miliardi.
Per Francesco Baldi, “l’industria è chiamata a rispondere con investimenti in esperienze cinematografiche distintive che possano competere con le piattaforme digitali, cercando un equilibrio tra tradizione e innovazione”.
L’Italia non è solo un epicentro di eccellenza cinematografica, ma è anche una delle destinazioni culturali più ambite al mondo. Il Paese ha registrato nel 2023 un afflusso record di 57,7 milioni di visitatori nei suoi musei e siti archeologici statali, con un incremento del 22,7% rispetto all’anno precedente. Città come Roma, Firenze e Venezia continuano a essere luoghi privilegiati per il turismo artistico, con eventi come la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e la Festa del Cinema di Roma che contribuiscono a promuovere la cultura italiana su scala globale.
Per Francesco Baldi, “questi eventi non solo celebrano la produzione cinematografica, ma attraggono anche un pubblico internazionale, portando benefici economici diretti e indiretti alle strutture ricettive e alle attività commerciali”.
Infatti, “le bellezze artistiche che l’Italia gode continueranno a giocare un ruolo fondamentale nell’attrarre visitatori dall’estero”, afferma Massimiliano Parco. Ma per continuare ad essere un destino interessante per la produzione e proiezione di film, l’Italia ha bisogno di innovazione tecnologica, supportare le produzioni indipendenti, e una sempre maggiore apertura ai mercati internazionali. Bisogna quindi puntare su tre assi strategici: innovazione, internazionalizzazione e valorizzazione del patrimonio culturale.
“Gli investimenti in tecnologia e digitalizzazione renderanno le produzioni più competitive e capaci di dialogare con le nuove generazioni, mentre una maggiore apertura verso il mercato globale può espandere la visibilità del cinema italiano oltre i confini nazionali. Infine, la sinergia tra festival cinematografici e promozione culturale può trasformarsi in un efficace strumento di marketing territoriale, rafforzando l’attrattività dell’Italia e stimolando nuove forme di turismo culturale”, conclude Valerio Mancini.